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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-04-30 ad oggi 2010-07-22 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

2010-07-19 Record di firme ora in Cassazione "No alla privatizzazione dell'acqua"

In piazza Navona a Roma gli scatoloni con un milione e 400mila schede che sono state portate dai magistrati per la convalida. Entro la primavera del 2011 si potrebbe tenere il referendum

ROMA - Oltre un milione e quattrocentomila firme per i referendum abrogativi delle norme che consentono la privatizzazione dell'acqua. In meno di sei mesi: un record. La corsa referendaria contro la privatizzazione della gestione del servizio idrico italiano è terminata. Il frutto del lavoro del Forum dei movimenti per l'acqua è tutto contenuto in più di cento scatoloni di cartone pieni di moduli referendari disposti al centro di Piazza Navona, a Roma.

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Dietro la montagna di box bianchi e azzurri, un camioncino pronto a dirigersi verso la Cassazione, dove le firme devono essere depositate. Da adesso in poi, infatti, si tratterà solo di aspettare il verdetto della Corte e sperare che dal ministero dell'Interno arrivi il via libera. Se così fosse, entro la fine della primavera 2011, gli italiani saranno chiamati ad esprimersi in merito a tre quesiti referendari: l'articolo 23 bis che prevede che le società, per fornire servizi idrici, si trasformino in aziende miste con capitale privato al 40%, l'articolo 150 del decreto legislativo 152/2006 che contempla, come unico modo per ottenere l'affidamento di un servizio idrico la gara e la gestione attraverso società per azioni, e in merito all'ultimo quesito, quello relativo all'abrogazione dell'articolo 154, nella parte in cui si impone al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa.

30 aprile 2010 Acqua pubblica, 200mila firme gazebo in piazza il 1 maggio Diecimila a Roma e in provincia. Puglia da record.

Storico il voto di Aprilia: "Dove si toccano con mano gli effetti della privatizzazione l'afflusso è più forte". Sabato il Forum sarà in Piazza San Giovanni, nella capitale. E ci sarà anche l'Idv che comincerà una campagna referendaria parallela. Il Movimento: "Con Di Pietro abbiamo rotto"

Acqua pubblica, 200mila firme gazebo in piazza il 1 maggio

30 aprile 2010 DOSSIER CITTADINANZA La gestione dei rifiuti meno funziona e più costa

La gestione dei rifiuti meno funziona e più costa

Rifiuti: il servizio di smaltimento costa di più dove funziona di meno

Rifiuti: ogni famiglia spende 217 euro Sui rifiuti un rebus insoluto da 13 anni

Palermo, i rifiuti mangiabilancio

Via libera al decreto per l'emergenza rifiuti in Campania: l'abc della legge

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

…..

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-04-30 ad oggi 2010-07-22

AVVENIRE

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2010-07-22

22 luglio 2010

REFERENDUM

Referendum sull'acqua pubblica

si accendono le polemiche

Il Consiglio dei ministri ha varato il regolamento dei servizi pubblici locali. Lo ha annunciato il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto in una conferenza stampa al termine della riunione a Palazzo Chigi. Fitto ha rivendicato che si tratta "di una riforma molto importante ed è anche una risposta alle critiche e alle strumentalizzazioni in particolare sul tema dell'acqua sul quale è stato chiesto un referendum". Entro l'anno il governo favorirà l'istituzione di una sorta di Authority, un "ente terzo in materia di tariffe".

Nel corso della conferenza stampa è intervenuto anche il ministro dell'Economia Tremonti aggiungendo che "la direttiva è applicazione di un trattato europeo. Sulla materia dei trattati non ci può essere referendum abrogativo". In ogni caso, per Tremonti, "il referendum è falso come contenuto ideologico, non è cristallino come l'acqua".

Le firme raccolte per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua sono "un milione e quattrocento mila firme raccolte su una bugia". Lo ha detto il ministro per le Politiche Ue Andrea Ronchi nella conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato il regolamento sui servizi pubblici locali che, dice il ministro, di fatto "rafforza il concetto dell'acqua pubblica".

Le dichiarazioni degli esponenti del governo hanno suscitato le immediate reazioni dei promotori della campagna di raccolta firme che si è conclusa lunedì 19 luglio con la consegna di un milione 400mila firme alla Corte di Cassazione.

"Il governo è senza ragioni, ed è costretto ad usare la forza. Non hanno lasciato passare neppure una settimana per dire cosa intendono per democrazia". Così il Forum italiano dei movimenti per l'acqua risponde al ministro dell'Economia Giulio Tremonti a proposito del Referendum.

"In 1.400.000 cittadini - prosegue il Forum - firmano i tre Referendum per l'acqua e il governo risponde insultandoli e procedendo nell'attuazione dei decreti di privatizzazione. Se l'acqua appartiene al popolo, come dice Tremonti - aggiunge - perché allora sempre Tremonti dà il servizio idrico ai privati, facendogli fare i profitti sopra?". I nostri Referendum, dicono, sono "chiari e chiedono proprio che il servizio idrico non sia consegnato alle società per azioni e che dunque non ci siano profitti su di esso". Quanto al fatto che "il decreto Ronchi discende dal Trattato europeo e che su ciò non si può fare un Referendum, consigliamo al ministro di dargli una rilettura. Scoprirebbe che l'Unione europea lascia liberi gli Stati membri di legiferare in materia di servizi pubblici".

Oppure, conclude il Forum promotore del Referendum, "potrebbe leggere la legislazione olandese che affida la gestione del servizio idrico solo a soggetti pubblici o andare a fare un giroa Parigi che l'ha ripubblicizzato dall'inizio di quest'anno".

 

 

 

 

2010-07-17

19 luglio 2010

DIRITTI

Consegnate oggi in Cassazione

le firme per l'acqua pubblica

Alle 10.00 di questa mattina, nove componenti il Comitato Promotore dei tre referendum per l’acqua pubblica hanno consegnato alla Corte di Cassazione 1.401.492 firme raccolte in pochi mesi per la richiesta dei referendum sulla gestione pubblica dell'acqua. Parallelamente, gli organizzatori della campagna, hanno organizzato un presidio in piazza Navona, a partire dalle 9.30: "Saranno presenti in piazza gli artisti per l'acqua e i rappresentanti delle associazioni e dei comitati territoriali -si legge sul sito del Comitato -ma soprattutto ci sarà il popolo dell'acqua, quello che ha raccolto le firme in questi tre mesi di campagna referendaria".

Un risultato ancora più straordinario se si pensa che la campagna gè stata portata avanti quasi esclusivamente sul passaparola e sulla rete. E che è stata totalmente ignorata dai principali media.

"La raccolta delle firme per la richiesta dei referendum sulla gestione pubblica dell'acqua è stata un grande successo". Lo dice il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. Il numero di firme raccolte è "un vero record, una delle più alte adesioni mai ottenute nella richiesta di referendum". Per il leader del sindacato "la scelta di difendere il principio del diritto universale al bene pubblico dell'acqua si è conferma giusta: intorno a questo principio si è coagulato un grande consenso popolare confermato da un numero di firme come non si vedeva da decenni".

 

 

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-07-17

CORTE DI CASSAZIONE

Referendum, per l'acqua pubblica consegnate un milione e 400 firme

La più grande raccolta di sempre in Italia si conclude con una manifestazione in piazza Navona. Organizzatori: "Subito una moratoria contro decreto Ronchi".

CORTE DI CASSAZIONE

Referendum, per l'acqua pubblica consegnate un milione e 400 firme

La più grande raccolta di sempre in Italia si conclude con una manifestazione in piazza Navona. Organizzatori: "Subito una moratoria contro decreto Ronchi".

Muro di firme (Lapresse)

Muro di firme (Lapresse)

ROMA - Una diga fatta di scatole, un muro simbolico per contenere le conseguenze dell'applicazione del decreto Ronchi sulla privatizzazione della gestione delle risorse idriche. È stato questo, insieme a dodici striscioni distesi sui sanpietrini di piazza Navona lo sfondo della manifestazione per l'acqua pubblica organizzata lunedì dal Comitato promotore dei referendum. Un momento di riflessione che ha preceduto la consegna ufficiale del milione e 400mila firme raccolte per la richiesta di referendum in Corte di Cassazione.

Un manifestante a piazza Navona (Lapresse)

Un manifestante a piazza Navona (Lapresse)

LA PIU' GRANDE RACCOLTA FIRME -Le firme depositate alla Corte di Cassazione 1.401.432 di firme, raccolte per ciascuno dei tre quesiti referendari sull'acqua pubblica. La raccolta firme per la ripubblicizzazione dell'acqua, partita tre mesi fa, il fine settimana del 24 e 25 aprile, ha visto impegnati su tutto il territorio italiano migliaia di volontari che hanno organizzato banchetti, manifestazioni, dibattiti sull'acqua bene comune dell'umanità. "In tre mesi - spiega Guido Barbera, presidente di 'Solidarietà e Cooperazione Cipsi' - abbiamo raccolto il maggior numero di firme rispetto a tutte le altre esperienze referendarie italiane. Con il migliore dei presupposti possibili comincia da qui l'avventura, un lungo percorso che ha come prossima tappa 25.000.000 di votanti nel 2011. Per alcuni sono solo numeri, per noi sono la storia del nostro futuro!". Barbera è tra i promotori dei referendum contro la privatizzazione dell'acqua ed è da oltre 20 anni impegnato su questa tematica, promovendo il valore della risorsa idrica come bene comune e diritto umano universale e inalienabile. "Siamo estremamente soddisfatti dell'enorme risposta arrivata dai cittadini - aggiunge Barbera - e dalla società civile italiana su questo tema, che riguarda il futuro di tutti. Una grande mobilitazione, un grande segnale di civiltà e di cittadinanza responsabile, che siamo convinti verrà suggellato il prossimo anno (forse già a giugno) dalla partecipazione di tante persone al voto referendario".

NON SCIPPATECI IL VOTO - Prima di spostarsi davanti alla Corte di Cassazione, per la consegna delle firme, il comitato promotore ha ribadito la richiesta al governo di "emanare un provvedimento per la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum". In piazza Navona, i promotori hanno anche chiesto alla politica di essere messi in condizioni di andare al voto. "Che nessuno inviti gli italiani ad andare al mare. Non scippateci quest'ultimo strumento di espressione - spiega Tommaso Fattori, del Contratto mondiale per l'acqua. "L'attenzione di tutto il mondo è puntata sul nostro Paese - aggiunge - dal quale ci aspetta lo stesso risultato ottenuto dalla Francia sul tema della gestione dell?acqua, cacciare le multinazionali". Un risultato che, attraverso il referendum, arriverà secondo Corrado Oddi, della Cgil. "Quella per i referendum per l'acqua pubblica è la più grande raccolta di firme per un referendum nella storia del nostro paese".

OBIETTIVI DEL MILLENNIO - Per Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, questa raccolta firme ha un valore aggiunto perchè dimostra che "c'è ancora un tessuto sociale, fatto di cittadini, associazioni, partiti, che ha una tenuta e che è la vera base sulla quale poggiare l'uscita dalla crisi". La pensa così anche Paolo Beni, presidente dell'Arci che, al microfono della manifestazione, ha ricordato come "questa nostra richiesta di referendum offre a tutti noi una chance di ricostruire la vita politica del paese portando sul terreno politico e istituzionale le esigenze dei cittadini". Il presidente del Wwf, Stefano Leoni, pone l'accento sulla contraddizione che è insita nella gestione privata dell'acqua, risorsa pubblica per eccellenza. "Le aziende - dice Leoni - sono orientate al profitto che, quando non c'è, porta al fallimento delle aziende stesse. Come si può pensare di fare profitti su un bene pubblico come l'acqua, nei confronti della quale è in corso un movimento mondiale orientato al risparmio. Ricordiamo che l'accessibilità dell'acqua a tutti gli esseri umani è uno degli obiettivi del millennio".

Redazione online

19 luglio 2010

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-07-17

Record di firme ora in Cassazione

"No alla privatizzazione dell'acqua"

In piazza Navona a Roma gli scatoloni con un milione e 400mila schede che sono state portate dai magistrati per la convalida. Entro la primavera del 2011 si potrebbe tenere il referendum di GIULIA CERINO

Record di firme ora in Cassazione "No alla privatizzazione dell'acqua"

ROMA - Oltre un milione e quattrocentomila firme per i referendum abrogativi delle norme che consentono la privatizzazione dell'acqua. In meno di sei mesi: un record. La corsa referendaria contro la privatizzazione della gestione del servizio idrico italiano è terminata. Il frutto del lavoro del Forum dei movimenti per l'acqua è tutto contenuto in più di cento scatoloni di cartone pieni di moduli referendari disposti al centro di Piazza Navona, a Roma. Dietro la montagna di box bianchi e azzurri, un camioncino pronto a dirigersi verso la Cassazione, dove le firme devono essere depositate. Da adesso in poi, infatti, si tratterà solo di aspettare il verdetto della Corte e sperare che dal ministero dell'Interno arrivi il via libera. Se così fosse, entro la fine della primavera 2011, gli italiani saranno chiamati ad esprimersi in merito a tre quesiti referendari: l'articolo 23 bis che prevede che le società, per fornire servizi idrici, si trasformino in aziende miste con capitale privato al 40%, l'articolo 150 del decreto legislativo 152/2006 che contempla, come unico modo per ottenere l'affidamento di un servizio idrico la gara e la gestione attraverso società per azioni, e in merito all'ultimo quesito, quello relativo all'abrogazione dell'articolo 154, nella parte in cui si impone al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa.

Le cose sono andate meglio di come il Forum dei movimenti per l'acqua, l'organizzatore della campagna, si aspettasse. Dopo due mesi, le firme erano già 500mila e a fine giugno la campagna aveva già battuto tutti i record: un milione e 400mila firme raccolte in tutta Italia. Ma la battaglia non è stata delle più facili. E anzi, in alcuni momenti, andare avanti con la raccolta firme è stato più faticoso del previsto. Prima i battibecchi con il leader dell'Idv, Antonio di Pietro, che ha presentato un quesito referendario sull'acqua concorrente a quello siglato dal Forum. Poi i tentativi di rappacificazione. Infine, la rottura definitiva 1 tra l'ex magistrato ed il movimento referendario. A maggio le critiche di una parte della rete, la nascita del comitato di cittadini "Acqualiberatutti" per il No al referendum. Infine il botta e risposta durato più di tre mesi tra il ministro Ronchi e il Forum. A giugno poi l'annuncio che, "pur rimanendo sulle proprie posizioni, il Pd aveva deciso di sottoscrivere il terzo quesito referendario presentato dai movimenti, quello relativo agli investimenti sulle reti idriche".

Una battaglia lanciata con il sostegno di nomi noti: da Stefano Rodotà, uno degli ideatori dei tre quesiti al presidente della regione Puglia, Nichi Vendola. Ma portato a termine con migliaia di banchetti in tutta la penisola. Anche nelle sezioni di partito. Con momenti di grande visibilità come durante la Marcia della pace Perugia-Assisi di metà maggio, o i gazebo volanti durante il Giro d'Italia.

(19 luglio 2010)

 

 

2010-04-30

LA CAMPAGNA

Acqua pubblica, 200mila firme

gazebo in piazza il 1 maggio

Diecimila a Roma e in provincia. Puglia da record. Storico il voto di Aprilia: "Dove si toccano con mano gli effetti della privatizzazione l'afflusso è più forte". Sabato il Forum sarà in Piazza San Giovanni, nella capitale. E ci sarà anche l'Idv che comincerà una campagna referendaria parallela. Il Movimento: "Con Di Pietro abbiamo rotto"

di GIULIA CERINO

Acqua pubblica, 200mila firme gazebo in piazza il 1 maggio

ROMA - In cinque giorni hanno raccolto oltre 200mila firme. Con un Lazio da record: 10mila firme tra Roma e provincia. La Liguria è a metà strada. In Puglia 20mila, sono 8mila quelle messe insieme tra Torino e Savona e oltre mille quelle di Pescara. Dopo pochi giorni dall'inizio della campagna referendaria 1 contro la privatizzazione del servizio idrico, il traguardo sembra avvicinarsi. Il Forum italiano dei movimenti per l'acqua annuncia numeri da capogiro: "Siamo a 200mila". Più di un terzo di quelle necessarie a raggiungere il numero minimo per ottenere il referendum abrogativo.

I tre quesiti 2 depositati dal Forum in Cassazione hanno un obiettivo preciso: modificare le attuali norme in materia di servizio idrico approvate con il decreto Ronchi 3 e in passato dal governo Prodi, per governare e gestire le risorse idriche attraverso un soggetto di diritto pubblico, possibilmente a livello territoriale. E la campagna di raccolta firme iniziata meno di una settimana fa è andata inaspettatamente bene proprio nei comuni in cui la gestione del servizio idrico è già da tempo nelle mani dei privati. "Dove si toccano realmente gli effetti della privatizzazione l'afflusso ai gazebo è più forte", spiega Luca Faenzi, portavoce del Forum. E' storico il voto del comune di Aprilia. E infatti, "dopo sei anni di gestione del servizio idrico da parte di una società mista appartenente alla multinazionale francese Veolia - aggiunge Faenzi - questa importante città del Lazio ha appena rimesso in discussione la gestione degli impianti".

Stessa situazione ad Arezzo. Contro la privatizzazione anche padre Alex Zanotelli che ha partecipato all'avvio della campagna referendaria. In comuni come questo, territori dove l'acqua è già gestita dai privati, i cittadini chiedono di abrogare tutte le forme di privatizzazione e non solo il decreto Ronchi. "Ecco perché - spiega Faenzi - la gente non firmerà per il referendum di Di Pietro ma solo per quello promosso dal Forum".

Fra il Forum e il leader dell'Italia dei valori, c'è una polemica di lunga data. Che dura cioè da quando Antonio Di Pietro ha presentato in Cassazione un quesito referendario contro la privatizzazione del servizio idrico in aperta concorrenza con i tre precedentemente depositati dal Forum. Il quesito dell'ex magistrato è infatti volto ad abrogare il solo decreto Ronchi sulla privatizzazione del servizio idrico. Al contrario dei tre caldeggiati dal Forum, quindi, quello firmato Idv non interviene in alcun modo sui provvedimenti presi, prima che venisse approvato il decreto Ronchi, dall'allora premier Romano Prodi. "Per i comuni come Arezzo sostenere un referendum voluto da Di Pietro non avrebbe senso, spiega Faenzi. Per loro rimarrebbe comunque tutto invariato".

Tra il Forum e il leader dell'Italia dei valori la spaccatura è ormai evidente. E non ci sarà modo di ricucire i rapporti con i "movimenti" almeno finché "lui non deciderà di fare un passo indietro e accogliere le nostre istanze", giurano dal Movimento. Anzi. Per Di Pietro si affaccia anche il rischio che qualcuno dei suoi giochi un brutto scherzo. Come Sonia Alfano: "Se fossi chiamata a scegliere - diceva qualche tempo fa - sosterrei il Forum".

I politici schierati a favore delle istanze del Forum sono però una minoranza: Nichi Vendola, Claudio Fava, Paolo Cento, Fabio Mussi, Grazia Francescato, Loredana De Petris, Valerio Calzolaio e Gennaro Migliore. Poi il sindaco di Arezzo ed esponente del Pd Giuseppe Fanfani e il sindaco di Udine, Furio Honsell. Questi i più noti. Al loro sostegno si aggiunge l'approvazione alla provincia di Napoli di un ordine del giorno presentato da Tommaso Sodano, capogruppo della Federazione della sinistra, in cui si riconosce l'acqua come diritto umano e bene pubblico comune "la cui gestione è priva di rilevanza economica". Ma qualche adesione ufficiale da parte dei partiti è arrivata: dalla Federazione dei verdi, dalla Federazione della sinistra, dai Giovani socialisti, da Sinistra ecologia e libertà e dalla Sinistra critica. Tutti partiti extra-parlamentari. Per il Pd, invece, Bersani ha optato per un'altra strada: "Pur guardando con simpatia chi si batte per l'acqua - ha detto - preferiamo presentare una legge direttamente in parlamento". E c'è anche chi ha scelto di appoggiare la battaglia del Forum in altri modi. E' il caso di Beppe Giulietti, presidente di Articolo21, che presenterà un'interrogazione all'Agenzia per le comunicazioni per "denunciare l'oscuramento da parte dei media di questa campagna referendaria".

Il primo maggio, per il Forum sarà un giorno importante durante il quale il Movimento potrebbe riuscire a raccimolare altri consensi. L'appuntamento è in Piazza San Giovanni dove verrà installato un grande banchetto per la raccolta firme. Nello stesso giorno e nello stesso luogo, però, anche Antonio Di Pietro aprirà le danze, dando inizio alla raccolta firme parallela.

(28 aprile 2010)

 

 

 

L'UNITA'

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2010-07-22

Acqua, "Referendum falso" Tremonti: "Appartiene al popolo"

"L'acqua appartiene al popolo". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi aggiungendo che "la direttiva è applicazione di un trattato. Sulla materia dei trattati non ci può essere referendum abrogativo". In ogni caso "il referendum è falso come contenuto ideologico, non è cristallino come l'acqua", ha concluso Tremonti.

22 luglio 2010

 

 

 

2010-07-17

"No all'acqua privatizzata", per il referendum è record di firme

L'acqua è un bene comune e non può essere affidato al libero mercato. Sulla base di questa convinzione il comitato per l'acqua pubblica ha raccolto oltre un milione e quattrocentomila firme a favore dei referendum abrogativi delle norme che consentono la cosiddetta 'privatizzazione dell'acquà, ultima delle quali è quella sui servizi pubblici locali compresa nel decreto Ronchi.

I promotori del referendum, un vasto cartello di associazioni e realtà della società civile, stamattina hanno depositato le forme raccolte presso la Corte di Cassazione, che dovrà procedere alla loro convalidazione e svolto una manifestazione a piazza Navona per annunciare il risultato. Nessun referendum ha raggiunto questo livello di adesione, "è un record", recita il volantino distribuito in piazza, anche se ovviamente il riferimento al referendum sul divorzio, che raccolse un milione 370mila firme, è improponibile perché quelle furono le firme autenticate dalla Cassazione e di norma tra la raccolta e la certificazione qualche decina o centinaia di migliaio di firme viene cassato per irregolarità varie.

La parte del leone nella raccolta di firme l'ha fatta la Lombardia, con 236.278 moduli compilati. Al secondo posto il Lazio, con 146.450 sottoscrittori. Fanalino di coda la val d'Aosta, con 835 firme. In piazza stamattina a festeggiare il risultato c'erano fra gli altri Stefano Leoni, presidente del Wwf, padre Alex Zanotelli, Marco Bersani di Attac, Corrado Oddi della Funzione pubblica Cgil, alcuni esponenti dei partiti della sinistra che hanno appoggiato (ma non promosso, precisano gli organizzatori) la raccolta di firme: Prc, Verdi, Sel. Il prossimo appuntamento del 'popolo dell'acquà è fissato per il prossimo 18 e 19 settembre, con una assemblea nazionale dei movimenti per l'acqua che si terrà probabilmente a Firenze. La prossima sfida per il comitato promotore, ovviamente, è la vittoria nel referendum, dopo il fallimento del quorum in tutte le ultime consultazioni di questo genere: bisogna "portare almeno 25 milioni di italiani - si dice nel volantino dell'iniziativa - a votare tre sì la prossima primavera", un risultato "che oggi, alla luce del 'risveglio democraticò a cui si è assistito nei mesi della raccolta firme, sembra assolutamente raggiungibile".

19 luglio 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-07-17

Epifani annuncia: un milione e 400mila firme per il referendum sulla gestione dell'acqua

Cronologia articolo18 luglio 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2010 alle ore 19:56.

Un milione e quattrocentomila firme per il referendum sulla gestione pubblica dell'acqua. La raccolta di adesioni per la richiesta della consultazione elettorale si è chiusa con successo e lunedì mattina i fascicoli con le sottoscrizioni saranno despositati presso gli uffici della Corte di cassazione che dovranno pronunciarsi sulla regolarità della procedura.

L'annuncio è stato dato dal segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha parlato di "un vero record, una delle più alte adesioni mai ottenute nella richiesta di referendum. Tutte le strutture della Cgil si sono impegnate capillarmente sul territorio nella raccolta delle firme".

 

Per il leader del sindacato di Corso Italia "la scelta di difendere il principio del diritto universale al bene pubblico dell'acqua si è conferma giusta: intorno a questo principio si è coagulato un grande consenso popolare confermato da un numero di firme come non si vedeva da decenni"

 

2010-04-30

DOSSIER CITTADINANZA

La gestione dei rifiuti meno funziona e più costa

30 aprile 2010

La gestione dei rifiuti meno funziona e più costa

"Dai nostri archivi"

Rifiuti: il servizio di smaltimento costa di più dove funziona di meno

Rifiuti: ogni famiglia spende 217 euro

Sui rifiuti un rebus insoluto da 13 anni

Palermo, i rifiuti mangiabilancio

Via libera al decreto per l'emergenza rifiuti in Campania: l'abc della legge

Le più costose? Siracusa (407 euro l'anno), Caserta (393 euro) e Catania (365 euro). Le più economiche? Reggio Calabria (95 euro), Isernia (112 euro) e Matera (125 euro). In alcune città del Belpaese, dunque, la gestione dei rifiuti si paga a peso d'oro, fino al quadruplo rispetto alla città meno cara d'Italia. Ma la cosa ancor più incredibile rilevata dallo studio realizzato dall'Osservatroio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva è che dove la gestione dei rifiuti funziona meno, si paga di più.

In linea generale lo studio rileva che, a livello regionale, la media annua più elevata si rileva in Campania (301 euro), mentre la più bassa in Molise con 126 euro. Molte le differenze di rilievo all'interno della stessa regione. In Sicilia, a Trapani (182 euro) e Ragusa (198 euro), la Tarsu (Tassa smaltimento rifiuti solidi urbani) costa meno della metà di Siracusa (407 euro). Idientica la situazione della Lombardia e della Toscana. La Tarsu milanese (262 euro) supera di 130 euro quella pagata a Cremona (132 euro), mentre a Livorno (308 euro) si pagano 141 euro in più rispetto a Firenze (167 euro). A Roma si pagano 337 euro, 75 euro più di Milano.

La raccolta differenziata rappresneta il 28% della produzione totale di rifiuti urbani, ma ancora oggi il 52% di questa finisce in discarica. Ben lontani, dunque, dagli obiettivi posti dalla legge 296/2006 che puntava al 40% entro il 2007, al 50% entro il 2008 e al 60% entro il 2011. In generale nel 2007 in Italia sono state prodotte 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con una media pro capite di 546 chili.

"Quel che emerge dall'analisi – sottolinea Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva - è la mancanza di una politica nazionale della gestione dei rifiuti, capace di legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio, a tutto vantaggio di chi continua ad operare in assoluta assenza di trasparenza se non proprio nell'illegalità, come peraltro più volte denunciato da Legambiente".

La famiglia tipo dell'indagine (tre persone con reddito lordo complessivo di 44.200 euro e una casa di 100 mq) nel 2008 ha sostenuto una spesa di 223 euro per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, c on un incremento del 2,8% rispetto all'anno precedente. Gli increnebti record dell'anno sono stati registrati a Salerno (+ 67,4%), Caltanissetta (+40%), Lecco (+29%), Chieti (+ 25%) e Bewnevento (+ 21,5 per cento). Secondo l'Istat, poi, da gennaio 2000 e marzo 2010 le tariffe rifiuti sono aumentate del 55 per cento.

Lo studio segnala anche forti ritardi nell'adozione da parte dei capoluoghi di provincia della Tia (Tariffa d'igiene ambientale) introdotta dal decreto Ronchi nel 1997: solo il 45%, contro il 55% che ha mantenuto la Tarsu.

Dossier di Cittadinanzattiva

 

Le 10 città più economiche

Reggio Calabria 95 € (Tarsu)

Isernia 112 € (Tarsu)

Matera 125 € (Tarsu)

Brescia 126 € (Tia)

Cremona 132 € (Tarsu)

Campobasso 139 € (Tarsu)

Viterbo 139 € (Tarsu)

Vibo Valentia 141,5 € (Tarsu)

Pescara 147 € (Tarsu)

Pordenone 148 € (Tarsu)

 

Le 10 città più costose

Siracusa 407 € (Tarsu)

Caserta 393 € (Tarsu)

Catania 365 € (Tarsu)

Salerno 356,5 € (Tarsu)

Roma 337 € (Tia)

Agrigento 333 € (Tia)

Taranto 322 € (Tarsu)

Latina 311 € (Tia)

Trieste 309 € (Tarsu)

Livorno 309 € (Tia)

30 aprile 2010

 

 

 

 

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